Metamorfosi
Emanuele CocciaLa prima edizione del libro è uscita in Francia il giorno in cui le librerie hanno chiuso le porte. Come in una favola, una piccola creatura – un virus – aveva invaso tutte le città francesi e il resto del mondo. Il paradosso era evidente: le ultime pagine del libro, scritte diversi anni prima, invitavano a considerare i virus come forma paradigmatica di metamorfosi e ad assumerli come modelli per pensare il futuro. Quasi per un’inspiegabile vendetta cosmica, vissuta da parte mia con terrore e tremore, adesso un virus ci impediva di percepire qualsiasi futuro. Eppure gli avvenimenti che hanno accompagnato l’inverno del 2020 hanno indirettamente dimostrato la tesi sostenuta dal mio libro.
Nessun altro evento era riuscito a unificare il mondo in questo modo. Non solo da un punto di vista storico: raramente un medesimo fatto aveva potuto trasformarsi in esperienza condivisa da esseri umani che appartenevano a contesti geografici, culturali, economici e sociali cosí differenti. È come se tutta la specie umana condividesse una medesima storia: ed è sempre e solo la condivisione di un passato comune a permettere la costruzione di un futuro comune.
Il virus ha prodotto una seconda globalizzazione dopo quella che si era compiuta nella prima modernità attraverso le conquiste coloniali e la costruzione di una sola rete economica. Un minuscolo corpo appena vivente ha unito la carne di tutti gli esseri del pianeta, non solo umani...